giovedì 5 novembre 2009

Vendita On Line e Partnership Promozionali



























Brown And The Leaves "Landscapes" Red Birds/Seahorse 2009




















Andrea Carboni "La Terapia Dei Sogni"

Red Birds/Seahorse 2010






giovedì 29 ottobre 2009

Reviews:

Brown And The Leaves "Landscapes" Red Bids Rec. 2009
__________________________________________________________________________ VOGUE OTTOBRE '09_ Quanta distanza c'è tra la Svezia e il Friuli? Ad ascoltare le note di Brown and the Leaves (al secolo Mattia Del Moro) si direbbe veramente poca. La chitarra acustica c'è, la melodia sofisticata pure, ma paragonarlo ai Kings of Covenience vuol dire perdersi tutta l'emozione dei semitoni: i "panorami" musicali di Brown sono tutt'altra cosa rispetto alle postcards from Bergen conservate dietro alle lenti di Erlend Oye. Un album, questo "Landscapes" (Red Birds), che riesce a regalare, con canzoni come la leggerissima "Spinning leaves" o l'analogica "While the waves", mmenti di placida serenità autunnale. ______________________________________________________________________________ L'UNITA' SETTEMBRE '09_ Uscirà ad ottobre l'album d'esordio di questo ragazzo della Carnia, regione sperduta alle falde delle prealpi friulane. Un paesaggio particolare, che ispira canzoni dolci, malinconiche e intimiste, un po' sullo stile dei norvegesi Kings of Convenience. Il disco ideale per l'autunno che verrà. ______________________________________________________________________________ BLOW UP OTTOBRE '09_ Mattia Del Moro in arte Brown and The Leaves viene dalle montagne della Carnia, e qui paesaggi incantati influenzano in buona parte la sua srcittura intimista e malinconica, che ricorda da vicino certe cose della scena scandinava degli ultimi anni. Ma il primo pezzo "Brand New World" è un piccolo tuffo al cuore che porta alla mente nientemeno che Nick Drake. Non è naturalmente tutto così. La solarità di certi brani tradisce ogni malinconia a favore di un clima rilassato, caldo e avvolgente, punteggiato per lo più da voce e chitarra, ma anche lievi tocchi percussivi, tromba, archi di pura atmosfera (la deliziosa "Just let you know"). Belle melodie e arrangiamenti già così maturi fanno di queste canzoni-paesaggi, intimi e dolcemente esposti, un esordio davvero niente male. Gino Dal Soler Voto: 7 ______________________________________________________________________________ BLOW UP OTTOBRE '09_L'Italia è quello strano paese in cui se un artista rimarca palesemente le proprie origini, nei testi nell'idioma eccetera, viene subito tacciato di non avere spessore internazionale e di non potersi esporre fuori confine. Quando invece il musicista, in barba alle disamine pessimiste, sfodera qualità di scrittura e performance del tutto compatibili con con le altre capitali, scatta il meccanismo di declassamento a paragone, clone, emulo. La speranza è che tale ultima cattiva abitudine non scatti nei confronti di Mattia Del Moro, carnico di Tolmezzo, che con l'insegna Brown and the Leaves suona e interpreta composizioni di tranquillo folk pomeridiano, agreste ma non ridondante, esattamente come succede ai Kings Of Convenience, Andrew Bird, Adem e chissà quanti, altrove mai messi in croce per le radici, al contrario gratificati sulla scorta di quanto espresso. Se i pezzi che giravano su Myspace facevano presagire una stesura più tropicale (Quiet life in a quet place), l'album ufficiale si conforma a un quadro di nitida e sobria koiné del folkwriter, la sola While the waves in tenera sordina Real Tuesday Weld mentre smette di piovere sui rotoli di fieno: ogni tanto una nuvola non stonerebbe, o anche qualche sterpaglia bruciata, ma pazienza se Brown respira l'aria di quota e non soffoca dal fumo dell'understatement. Enrico Veronese Voto: 7

Marco Belafatti per SpazioRock

Pubblicata in data: 22/10/09

Brown & The Leaves è l’incarnazione artistica di Mattia Del Moro, giovane cantautore proveniente dalla regione della Carnia. È proprio tra il silenzio e gli scenari immobili, quasi incontaminati di questa remota zona del Bel Paese che si compie la formazione musicale del Nostro, immersa in un flusso di melodie indistruttibili (quelle dei The Cure, di Lou Reed e David Byrne) ed amichevoli accordi di pianoforte e chitarra (strumenti studiati sin dalla più tenera età), stagliandosi sul niveo sfondo di un quadro domestico che da sempre manifesta forti inclinazioni artistiche. Dopo una rapida e poco soddisfacente parentesi post-punk in epoca adolescenziale, Mattia viene illuminato dalla sensibilità del compianto Nick Drake: saranno proprio le inquiete armonie di “Pink Moon” ad indicargli la strada da perseguire.


Il ragazzo cresce, viaggia, scatta fotografie del mondo attraverso il finestrino di un treno. E l’artista lo segue a ruota, componendo il suo primo album… Nei “Landscapes” di Brown & The Leaves non riecheggiano soltanto i freddi venti, l’immobilità e la solennità della natura del territorio natale, ma anche i mille volti, suoni e colori della laguna veneziana, attuale casa adottiva dell’artista friulano. Dalla chitarra e dalla pacata voce di Mattia sbocciano undici racconti miti, struggenti, molto spesso votati all’introspezione; l’accompagnamento, prevalentemente acustico, poggia con fare tranquillo sulle pennellate ora giocose ora nostalgiche del violoncello, del contrabbasso e del pianoforte. Mattia sembra quasi volerci accompagnare per mano in un tragitto interiore che va a toccare le tappe più importanti della nostra crescita, cosicché le sue composizioni facciano vibrare le corde del nostro animo, cogliendolo di sorpresa nelle sue più difformi emozioni.


È grazie a questa energia intrinseca, espressa attraverso la voce dei ricordi, che l’esordio di Brown & The Leaves riesce a farsi apprezzare ed ammirare, pur citando a più riprese il folk emozionale dei Kings Of Convenience, piuttosto che il minimalismo di Sufjan Stevens o la fragilità del suo stesso iniziatore. Ideale per l’imminente stagione fredda, la musica contenuta in questi “Paesaggi”, potrebbe ritrovarsi a corroborare la sensibilità di molti. Emozionarsi, d’altronde, non è mai stato un reato.

domenica 6 settembre 2009

Red Birds Records/Artists


Brown and the Leaves
BIOGRAFIA:
Brown proviene dalla Carnia, una regione sperduta alle falde delle prealpi friulane che gioca una parte importante nella sua vita e nella sua musica.In questo paesaggio, bellissimo ma troppo spesso dimenticato, caratterizzato da un’eccezionale piovosità d’estate e da un freddo secco e pungente d’inverno, Brown fa i suoi primi ascolti: Cure, Lou Reed e David Byrne girano a rotazione nell’autoradio dei suoi genitori. Suo padre, infatti, è un grande appassionato di musica, conduce verso la fine degli anni '70 una trasmissione su Radio Sherwood e organizza concerti tra i quali spiccano quelli di Battiato e Area.Dai 6 ai 12 anni studia pianoforte con sua zia, ma lo abbandona subito preferendo la chitarra. Nel frattempo inizia a nutrirsi degli ascolti più disparati in cui convivono, felicemente, l’hip hop italiano e l'hardcore punk californiano, fino ad arrivare a grunge, stoner ed affini. È di questo periodo la passione per lo skateboard, che continua tuttora. Verso i 17 anni arriva la folgorazione per il post-punk e le produzione Dischord diventano il suo pane quotidiano. Quando conosce Steve Albini, decide di formare una band in cui però suona il basso, non la chitarra, ed inizia a cantare. I risultati sono simpatici, ma non molto soddisfacenti.Chiusa l’esperienza della band, durata 3 anni, Brown si ricorda della chitarra acustica, e la riprende in mano; predilige il finger picking e quando gli passano Pink Moon di Nick Drake gli si apre un mondo...il suo.Venendo da una famiglia che si è sempre circondata di arte (la madre è storica dell’arte e attualmente ha intrapreso l'attività di scrittrice, la nonna aprì negli anni Sessanta una galleria d’arte a Udine, il nonno era scultore), Brown, parallelamente al percorso musicale, prende a dipingere con ottimi risultati fino al 2007, quando sceglie definitivamente di fare il musicista. Dal 2004 frequenta la Facoltà di Architettura a Venezia e dallo stesso anno la città lagunare è diventata la sua nuova casa.






Andrea Carboni
Biografia:


Andrea Carboni lascia presto la sua città natale, Pisa, per trasferirsi a Ginevra, dove trascorre quasi tutta l'infanzia. Tornato a Pisa, il suo primo contatto con la musica avviene attraverso lo studio del pianoforte, che, inevitabilmente, contribuirà a caratterizzare molte delle sue future composizioni con un approccio di stampo classico. Successivamente, quasi per gioco, si avvicina, da autodidatta, alla chitarra e, sin dal 2000, comincia a muovere i suoi primi passi sul palco, suonando in alcune formazioni di rock alternativo della scena indie pisana.
Nel 2006 produce il suo primo EP "L'amore manifesto", che una recensione di Rock.it commenta così: "...in Andrea c'e' odore di penombra, odore di passato, grandi stanze in penombra autunnale e finestre aperte e grandi tende bianche che svolazzano. Mentre il piano, da un'altra stanza, suona." Nello stesso anno il destino lo riporta a Ginevra. Nell'ambiente in cui era cresciuto Andrea ritrova una dimensione più intima e scopre la sua vena da solista, quella a lui più congeniale, proprio perchè gli permette di dare voce a quel complesso di sentimenti, ricordi e pensieri che nutrono la sua musica: combinando chitarra-piano-voce accompagnati da un'originale sperimentazione dell'uso degli effetti, primo tra tutti il loop sampler, Andrea scrive gran parte dei suoi pezzi, con testi in italiano e in francese, sua seconda lingua. Presto si fa conoscere e apprezzare come solista nell'ambiente musicale ginevrino, in cui si esibisce con continuità conquistando, da subito, un suo personale pubblico che lo segue con grande attaccamento.
Andrea rimane all'estero fino alla fine del 2007, trovando occasione di suonare in vari locali, festival ed eventi, in Svizzera e Francia e, avendo modo, così, di confrontarsi con realtà di respiro internazionale. Anche in Italia, però, si fa conoscere presto: vince l'edizione 2008 del concorso per band emergenti Cuoio e Nuvole, entrando in contatto con lo studio fiorentino Danza Cosmica, che gli dà l'opportunità di registrare alcune tracce che, successivamente, faranno parte dell'album di debutto di Andrea Carboni, "La Terapia Dei Sogni" in uscita a gennaio 2010 su Seahorse/Redbirds.”



Red Birds Records/Discografia


Brown And The Leaves: "Landscapes"
Red Birds 001/Audioglobe/Promorama






Brown and the Leaves "Landscapes". Landscapes è appunto, una raccolta di paesaggi; paesaggi interiori che rivelano stati d’animo, emozioni, ma anche, semplicemenDiscografiate, il mondo visto da Brown. Le canzoni sono istantanee che cercano di catturare la bellezza di una vita semplice, di un gesto insignificante, di una giornata qualunque. Brown cerca di raccontare con onestà e inevitabile parzialità quello che lo circonda, lasciando intuire i temi che stanno alla base delle sue composizioni. Pur evocando immagini molto diverse tra loro, c’è un filo conduttore che le lega: è quello malinconia cara alla musica brasiliana e ad alcuni dei nostri cantautori, non necessariamente legata alla perdita o lontananza di qualcosa o di qualcuno, ma che, piuttosto, attraversa l’esistenza stessa. È la consapevolezza dello scorrere del tempo, della fugacità della vita, ma è anche la molla che aiuta a vedere le cose con maggior distacco, e a volte con ironia. Uno stato d’animo, questo, che si percepisce nella musica, non solo nei testi. Melodie orecchiabili ed ammiccanti caratterizzano brani che rispettano pienamente la forma canzone, con qualche minima digressione strumentale. Arrangiamenti in cui, pur non dimenticando sonorità elettriche, prevale l'anima acustica di Brown, ad evocare una dimensione intima, in cui chitarra e voce riempiono tutto lo spazio. Vivere tra Venezia e il luogo in cui è nato, un piccolo paese di montagna in Friuli, ha sicuramente influenzato il modo di fare musica di Brown e Landscapes è la perfetta sintesi tra questi due luoghi così diversi tra loro: il freddo delle montagne di casa lo avvicina ai musicisti scandinavi, da sempre un suo punto di riferimento, mentre il sole e i colori della laguna impregnano le sue canzoni di sonorità più calde, multietniche.

sito ufficiale della band:
http://www.myspace.com/aboutbrown